biglietti da visita

Il fascino dei biglietti da visita tra storia, galateo e curiosità

Fra i best seller dei prodotti stampati ci sono sempre i biglietti da visita personalizzati. Questi hanno sempre qualcosa da raccontare e continuano a giocare un ruolo fondamentale nel mondo della comunicazione e del marketing.

Dietro quel piccolo pezzo di carta c’è una lunga storia di tradizione, di cortesia…e di affari.

Comporre un biglietto da visita? Una cortesia che arriva da lontano

Pare che i primi biglietti da visita della storia fossero quelli che il politico ateniese Pericle aggiungeva ai doni che faceva recapitare all’amante Aspasia per anticiparle la sua imminente visita.

Secoli dopo, nella Francia del settecento iniziò a diffondersi l’abitudine di consegnare un bigliettino col proprio nome scritto a mano al personale di servizio delle case in cui si andava ospiti.

Lo scopo era quelli di poter annunciare l’arrivo in modo corretto e discreto.

Anche questi biglietti erano considerati più eleganti se scritti a mano.

Poi col tempo vennero consentiti anche quelli stampati.

Quando sono diventati un’esigenza commerciale

Se i biglietti da visita personali si diffusero a partire dalla Francia pre-rivoluzionaria, quelli di taglio commerciale e industriale iniziarono a diventare popolari fra i mercanti di Londra verso la fine del Settecento.

In quell’epoca, le vie della città non avevano una numerazione, e sul biglietto venivano stampate le indicazioni corrette per raggiungere il negozio o il magazzino.

L’importanza di questi biglietti era tale che molto spesso una firma apposta su uno di essi veniva fatta valere come contratto.

Alcune regole di galateo

Senza arrivare alle complesse regolamentazioni sociali con cui venivano recapitati i biglietti da visita nell’Inghilterra vittoriana o nell’America de l’Età dell’Innocenza, alcune regole di base possono essere considerate ancora oggi.

A partire dalla distinzione fra biglietti commerciali.

Possono essere personalizzati appunto seguendo con le esigenze commerciali della propria attività, a quelli più personali.

Secondo il galateo questi dovrebbero essere dei semplici cartoncini bianchi (potete scegliere fra vari toni di questo colore anche fra le nostre proposte) con solo il nome.

Al massimo l’indirizzo e numero di telefono.

Se per un’urgenza doveste consegnare il biglietto commerciale invece di quello personale, ricordatevi di non barrare il vostro titolo.

Nonostante l’abitudine diffusa, questa è una scortesia e anche un cattivo augurio.

Si barrano infatti i biglietti personali.

Generalmente con due tratti in un angolo superiore, quando si fanno le condoglianze, scrivendo una frase sul retro del biglietto.

Un’altra convenzione riguarda invece i biglietti professionali, dove le donne dovrebbero indicare il loro cognome da nubile.

Quali sono i biglietti più famosi

Girovagando per la rete abbiamo selezionato alcuni biglietti da visita di personaggi famosi.

Uno fra i nostri preferiti è quello di Houdini.

Il famoso mago ed escapologo, che con la sua forma esoterica a piramide suggeriva da subito il mistero che si voleva costruire intorno a quella figura.

Poi c’è quello di Steve Wozniak.

Il co-fondatore della Apple, che costringeva a risolvere un enigma per conoscere il suo numero di telefono.

Quello di Mark Zuckerberg, invece, è stato reso famoso dal film The Social Network, presente nella playlist di biglietti da visita nel cinema che abbiamo preparato nel nostro canale Youtube.

La Leggenda vuole che, vicino al suo nome, Mark abbia scritto “I’m the CEO, bitch” traducibile con un “Sono il capo, stron….”, suggeritogli da un certo Sean Parker, inventore di Napster.

Diciamo che si può far colpo anche con poco meno.

Per altre idee sui biglietti da visita vi rimandiamo al nostro articolo: 7 consigli per creare biglietti da visita.

Quando un logo dice tutto

All’inizio di una attività, il proprio logo non è ancora conosciuto e l’unico modo per farlo circolare è metterlo ovunque.

A questo devono aver pensato gli ideatori dell’immagine coordinata di Twitter, quando hanno semplicemente apposto il marchio del famoso uccellino su una carta “naturale”, senza nemmeno bisogno di inserire il nome del famoso Social Network.

Il tutto, comunica una leggerezza che è propria del “twitting”.

Chi si crede sa di essere

Ed è proprio il caso del sig. Donald Tramp, fantastiliardario Americano che quest’anno si è candidato alle elezioni.

Già dal suo biglietto da visita di uomo d’affari, è chiaro che l’oro (da sempre simbolo di ricchezza e prosperità) la faccia da padrona.

Insieme a una firma a mano, regolare e controllata che sembra un vero e proprio skyline di New York.

Biglietti da visita Vip, davvero preziosi!

Impara l’arte e mettila su carta

Poteva mai un personaggio eclettico come Andy Warhol avere un biglietto da visita anonimo?

Così, per non cadere nel banale, lo ha disegnato direttamente lui con il suo stile inconfondibile.

Un consiglio da seguire per chi lavora in ambito creativo e vuole farsi ricordare, fin dalla prima presentazione.

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