Bob Noorda, progettista di idee.

bob-noordaI loghi di Coop, Enel, Touring Club Italiano, Agip, Feltrinelli, Mondadori, Regione Lombardia, la segnaletica della metropolitana di Milano…sono soltanto alcuni dei più importanti marchi italiani curati nel restyling o creati ex novo dalla mano (e dalla mente) del designer Bob Noorda, di origine olandese.

Classe 1927, il designer, nato ad Amsterdam, studia all’istituto IVKNO – Instituut voor Kunstnijverheidsonderwijs dove riceve un’istruzione impregnata di funzionalismo, tipografia costruttiva e razionalista. Basti pensare che tutti i suoi docenti facevano parte del Bahuaus punto di riferimento per i movimenti innovativi nel campo del design e dell’architettura di quegli anni. “Una scuola di pensiero che va nella direzione di togliere tutto il superfluo, di pensare le cose in modo semplice ed agire di conseguenza”, diceva Bob Noorda. E così in effetti operò.

Nel ’57 si trasferisce a Milano dove inizia a lavorare per Pirelli e Rinascente, e dove sente il fermento di un periodo storico estremamente diverso da quello che stiamo vivendo ora: era l’Italia della ripresa economica, la Milano del design capace di attirare artisti internazionali col prestigio delle sue scuole e della Triennale.

Appartengono a Bob Noorda (e oramai anche al nostro immaginario) i loghi di Coop, Agip, Enel, Touring Club Italiano, Feltrinelli, Mondadori ma anche il restyling del cane a sei zampe dell’Eni e la segnaletica della metropolitana milanese, progettata insieme all’architetto Franco Albini.

La più grande eredità che ci ha lasciato il designer, scomparso a Milano nel 2010, è l’aver teorizzato la fondamentale importanza della cultura aziendale per la progettazione e per la costruzione di un’identità aziendale. Uno storyteller ante litteram, insomma che è stato capace di raccontare l’immagine di un’azienda attraverso un’estrema chiarezza formale, e valorizzando la corporate identity in tutte le sue declinazioni, dall’architettura degli interni al packaging. Un lavoro paziente, mai nato all’improvviso perché come affermava Noorda: “Non si può raccontare come vengono le idee. Posso solo dire che è un processo lento, solitario, di creazione e decantazione per trovare la sintesi assoluta. Questo è il difficile. Questo cerco di insegnare ai miei allievi che sono impetuosi, buttano giù subito un’idea e pensano di aver trovato la soluzione”.

Un buon insegnamento che chiunque lavora nel campo della grafica e del design, dovrebbe sempre tenere a mente.

 

 

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