40 anni di the wall

GERALD SCARFE E I 40 ANNI DI THE WALL.

Non sappiamo che cosa avete scelto di regalare ai vostri amici per Natale quest’anno, ma se amano la musica potreste aiutarli a celebrare i 40 anni di The Wall.

Il doppio album dei Pink Floyd che usciva in Italia proprio all’inizio di dicembre del 1979 (qualche giorno dopo sarebbe arrivato anche London Calling dei The Clash, ma bisognava essere un filo più arrabbiati e meno introspettivi). Anticipando di ben 10 anni il crollo del muro di Berlino, come sempre gli artisti hanno una sensibilità in grado di comprendere le cose prima che succedano, questo album è unanimemente riconosciuto come uno dei più significativi della storia della musica.

In questo blog, però, non ci occupiamo propriamente di musica ma di tutto quello che è legato alla grafica, alla tipografia e al design. Anche in questo campo i Pink Floyd hanno sempre avuto la loro da dire: con The Wall non si sono smentiti. A collaborare con loro per la grafica dell’album, diventata essa stessa un’icona pop, hanno voluto Gerald Scarfe, un personaggio che vale la pena di raccontare. Nato nel 1936, la sua passione per il disegno è nata da bambino quando, costretto a letto da una potente forma asmatica, riusciva a evadere solo dando forma e colore alle sue fantasie. Scegliere di dedicarsi all’illustrazione professionalmente è stato il passo successivo, fatto già da giovanissimo in un’agenzia di pubblicità londinese che però, per dirla all’inglese, non era propriamente “la sua tazza di tè”.

Il suo talento si diresse quindi verso la caricatura, lavorando per testate come Punch, The Evening Standard e The Daily Mail che resero famosi i suoi ritratti di uomini politici, specialmente di protagonisti della guerra del Vietnam, che riuscivano a rendere con il tratto grafico il carattere dei protagonisti e il giudizio critico che l’autore aveva sul loro operato, un po’ come succedeva con i disegni di George Grosz nella Germania fra le due guerre.

Sono proprio le sue caricature caustiche e incisive richiamare l’attenzione dei Pink Floyd, in particolare di Roger Waters, che chiede a Gerald Scarfe di disegnare le loro caricature per promuovere il tour americano della band nel 1974, ma è proprio con il progetto The Wall che la collaborazione fra Scarfe e Pink Floyd decolla.

I disegni e lo stile grafico di Scarfe sono l’esatto complemento dei testi dell’album, di cui riescono a cogliere le sfumature psicologiche e sociologiche. Il muro è simbolo di un isolamento a un tempo desiderato e temuto, eretto per proteggersi da una società esigente, invasiva e desiderosa di controllare le menti e i corpi delle persone da una parte, e il desiderio di rompere questo muro per creare un mondo di rapporti più sinceri fra le persone.

Dentro e fuori questo muro, a costruirlo, a consolidarlo e a viverlo, decine di personaggi inquietanti, che potete ordinare a questo indirizzo: la madre che chiude il protagonista Pink all’interno del primo muro, gli insegnanti che inseriscono i bambini in un tritacarne, il viscido giudice, i martelli aggressivi, i fiori carnivori…(potreste fare in tempo a farvi spedire i poster come regalo per i vostri amici). Accennati all’interno dell’album, questi disegni diventano poi protagonisti insieme a Bob Gedolf del film diretto da Alan Parker nel 1982.

Con una parentesi Disneyana (nei primi anni novanta ha contribuito alla realizzazione del classico “Hercules” progettando i concept dei vari protagonisti e, se ci fate caso, la mano del maestro è particolarmente riconoscibile nella figura di Ade ma l’esperienza non lo ha precisamente entusiasmato) Gerald Scarfe continua a far parlare di sé con i suoi disegni e le sue animazioni pesantemente critiche nei confronti della politica Mainstream, come il durissimo cartone animato che ha dedicato al premier israeliano Netanyhau.

Sposato dal 1981 con la stessa donna, conosciuta dieci anni prima, Gerald Scarf ha saputo mantenere intatto il suo spirito caustico e la sua libertà intellettuale: chissà, forse anche gli atteggiamenti disinibiti e fintamente trasgressivi da rockstar sono anch’essi un muro da abbattere, e forse anche questo sarebbe un modo per celebrare i 40 anni di The Wall.

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