giochi da tavolo

LAVORARE PER GIOCO.

In epoca di videogames imperanti, la rivincita della carta passa anche dal successo crescente per i giochi da tavolo: ne parliamo con il massimo esperto italiano, Spartaco Albertarelli.

Parlare di giochi da tavolo nell’era dei videogames può sembrare anacronistico solo a chi guarda i fenomeni soltanto di scorcio. Che i videogame abbiano colonizzato l’immaginario collettivo è evidente a chiunque abbia mai messo le mani, più precisamente i pollici, su app come Candy Crush o Fortnite, o abbia cercato di staccare gli occhi dagli schermi di videogame le cui  vendite, ormai, hanno superato in termini di valore i mercati sommati di cinema e musica. Solo in Italia, e solo limitandosi al software, il mercato dei videogiochi vale un miliardo e 300 milioni, secondo i dati pubblicati di recente da AESVI , con una crescita del 26,9% rispetto all’anno precedente.

Eppure anche nel caso dei giochi sta tornando alla ribalta la voglia di concretezza, la voglia di condivisione reale di emozioni con un gruppo di amici con cui magari si è appena finito di cenare, il desiderio di entrare in mondi dove la fantasia e la creatività la fanno ancora da padroni, in mondi dove l’esperienza tattile legata anche alla carta è davvero importante. Anche il mercato dei giochi da tavolo, e dei giochi di ruolo legati alle carte, è in costante aumento, basti pensare che all’ultima edizione di Play, il festival del gioco di Modena, si potevano contare più di 5.000 giochi, centinaia dei quali ancora inediti per il mercato italiano.

Di questo mercato così particolare, e di molte altre cose, abbiamo chiacchierato a pranzo con Spartaco Albertarelli, creatore di giochi di grande successo come Kaleidos, Coyote, T-Rex e il recentissimo Vektorace.

Spartaco ha iniziato prestissimo il suo “lavoro per gioco”: “Mio padre era un giornalista del Corriere, e avevo già la tessera in tasca quando decisi di comunicare ai miei che avevo deciso di volermi guadagnare da vivere creando giochi.” La reazione pare non fu entusiasta, almeno fino a quando il talento, la creatività e l’impegno di Spartaco lo portarono già nel 1993 a diventare il direttore creativo di quella che allora era la più grande casa editrice di board games italiana, Giochi Preziosi.

Dopo aver associato il suo nome alle innumerevoli varianti di Risiko, dopo aver vinto numerosi premi per le sue creazioni più conosciute, Spartaco Albertarelli si dedica ora alla sua Kaleidos Games quella che definisce “Sartoria Ludica”, ovvero un posto dedicato alla creazione autonoma di giochi da tavolo ad alto tasso di creatività, proprio nel momento di massima espansione dei giochi elettronici.

“Sembra incredibile a molti, ma il mercato dei giochi da tavolo, fra carte e giochi in scatola, ha registrato in questi ultimi anni una vera e propria esplosione. L’utilizzatore medio però non è più il ragazzino con interi pomeriggi a disposizione, anche perché pure i ragazzini hanno un sacco di cose da fare nei pomeriggi, e quindi i giochi lunghi e complessi hanno meno fortuna”.

Gli abbiamo chiesto quindi quale sia secondo lui il gioco più bello attualmente in circolazione, ottenendo come risposta uno spiazzante: “Quello con cui tu e i tuoi amici vi divertite di più. Perché divertirsi è la prima cosa che un giocatore vuole ottenere da un’esperienza ludica, e quello che è divertente per un gruppo di appassionati di giochi di parole può essere totalmente noioso per degli appassionati di macchinine”.

Sono proprio le macchinine le protagoniste della sua creazione più recente, Vektorace: “Una creazione mia e di Davide Ghelfi, che ha dato una forma di carta, fuori dal tempo ma proprio per questo fortunatissima, a un meccanismo di gioco basato sul movimento vettoriale, che al liceo giocavamo con carta e penna. Detto così sembra complicato, ma per divertirsi non è necessario conoscere il funzionamento dei vettori. E uno degli aspetti che piacciono di più è proprio la concretezza dei modellini che ti costruisci con le tue mani utilizzando la carta“. Una concretezza cui la creatività di Spartaco è sempre molto legata, fin dal della progettazione. Se per esempio gli chiedete quale debba essere la dimensione ideale di un gioco da tavolo vi risponderà: “Prendete un catalogo IKEA”.

Una risposta che potrebbe sembrare eccentrica se non si considera il fatto che “un gioco da tavolo deve essere giocato, appunto, su un tavolo e che le dimensioni ideali del tabellone devono essere tali da consentire di aprirlo senza essere scomodi. Quindi, vedere quali sono le dimensioni dei tavoli più venduti aiuta a fare dei calcoli interessanti”.

Perché gli amanti dei giochi da tavolo vogliono soprattutto giocare, divertirsi sfidarsi: “Quando Vektorace era in lavorazione, lo abbiamo testato in moltissime occasioni in tutta la penisola e la domanda più diffusa non era quando farete uscire il gioco, ma quando organizzerete dei tornei.” Ora di tornei di Vektorace se ne organizzano praticamente ogni settimana: potete averne notizia seguendo la pagina facebook VektoRace o, se cercate add-on e modellini alternativi di macchinine da scaricare, sul gruppo I Vektoriani. Perché come nella vita di tutti noi, anche nel mondo dei giochi i social funzionano meglio se sono collegati a interessi concreti, e niente è più concreto del gioco.

 

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