Carnevale di Viareggio

Il Carnevale di Viareggio nei suoi manifesti d’autore.

Il Carnevale di Viareggio ha da sempre ispirato artisti e maestri dell’arte grafica nella realizzazione di manifesti straordinari. Scopriamone insieme qualcosa di più…

E’ del 1925 il primo concorso per il manifesto pubblicitario ufficiale del Carnevale di Viareggio. Una prima edizione che viene vinta da Guglielmo Lippi con una grafica che aveva come protagonista un uomo in frack, intento a festeggiare.
Nell’anno seguente il concorso cominciò a vedere la partecipazione di numerosi artisti, e fu Lucio Venna (pittore futurista, poi dedicatosi all’arte della cartellonistica) ad aggiudicarsi la vittoria, rappresentando un Pierrot di spalle a braccia aperte in piedi su una chitarra, accompagnato dalla scritta in giallo: “Carnevale di Viareggio 1926”.

E’ però il 1931 l’anno della svolta: dalla matita del pittore futurista Uberto Bonetti, nasce Burlamacco, il celebre pagliaccio sintesi di tante maschere italiane. Burlamacco ha infatti il cappello di Rugantino, il mantello di Balanzone, il costume a scacchi simile a quello di Arlecchino, la gorgiera di Capitan Spaventa e i pompon di Pierrot. Nella rappresentazione di Bonetti figura anche sul molo di destra una ragazza in costume da bagno stile anni venti: verrà battezzata Ondina, la bagnante simbolo della stagione estiva.

Queste sono solo le prime tappe salienti di una lunga tradizione che in anni più recenti ha visto cimentarsi altri artisti di grande fama. E’ firmato da Jean Michel Folon il manifesto del Carnevale di Viareggio del 2000: un’opera in cui predominano le tinte pastello che caratterizzano tutti i lavori di questo artista belga che in Italia abbiamo imparato a conoscere e ad apprezzare anche grazie alla decennale collaborazione con SNAM.

L’anno successivo è il grande Lorenzo Mattotti a firmare il manifesto del Carnevale di Viareggio, uno dei più conosciuti e apprezzati illustratori dei nostri tempo: nella sua opera, Burlamacco plana su Viareggio avvolto da coriandoli e stelle filanti.

Nel 2002 l’autore satirico Sergio Staino si trova di fronte a un compito impegnativo: disegnare il manifesto dopo l’undici settembre del 2001. Nella sua illustrazione, il suo celebre personaggio Bobo, tiene in braccio il piccolo Michele che fa uno sberleffo alle cose più brutte di questo mondo, raccolte da Burlamacco in una bottiglia.

Infine, se dal passato, volgiamo lo sguardo al presente segnaliamo il bellissimo manifesto dell’anno scorso, realizzato da Anna Bulycheva, artista, illustratrice e graphic designer russa iscritta al corso in Graphic Design dell’Istituto Europeo di Design di Firenze. Anna, che ha vinto un contest indetto dalla Fondazione Carnevale di Viareggio ha dichiarato in un’intervista di essersi ispirata ai lavori di Fortunato Depero e Picasso per creare un’immagine geometrica di forte impatto e valorrizando i colori tipici di Burlamacco.
Una trasposizione in chiave moderna, di una tradizione storica capace di rinnovarsi ogni anno anche attraverso il manifesto: uno strumento di comunicazione dall’estrema visibilità e dal sicuro effetto.

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