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LA STAMPA E IL CINEMA: CURIOSITÀ, RACCONTI E PERSONAGGI DI UN LUNGO RAPPORTO FRA DUE MEDIA.

Il rapporto fra la stampa e il cinema non si limita alle locandine e ai manifesti dei film di successo: ci sono molte storie da raccontare, e nel nostro blogo lo faremo spesso.

È la stampa bellezza! La stampa! E tu non ci puoi fare niente, niente!” gridava il giornalista Humphrey Bogart facendo ascoltare il suono delle rotative al boss della malavita che non voleva fosse pubblicata una notizia sul suo conto. Intere generazioni di cronisti sono cresciuti nel culto di questa scena, che per noi segna l’inizio di un rapporto fra l’arte di Gutenberg e la settima musa.

È di questo che parleremo in molti post di questa sezione del blog. Perché il rapporto fra cinema e stampa non sta soltanto nelle scene di film epici di cui pure parleremo (come si potrebbe fare a meno di parlare di “Quarto Potere”, o della tipografia di Totò nella “Banda degli Onesti”, o delle notti che sapevano del piombo della composizioni di uno dei protagonisti di “Amici Miei”?), ma anche in tante, piccole ma grandi curiosità che cercheremo di svelare.

Oggi, per esempio, vi parliamo di una piccola, grande azienda tipografica americana che ha trovato una nicchia di mercato molto proficua proprio nel cinema. Earl Hays Press, questo è il nome dell’ azienda, nasce nel 1915 nel cuore stesso di Hollywood. A crearla, un giovane e intraprendente tipografo (Earl Hays, ovviamente) che aveva capito quanto il cinema sarebbe diventato im portante per l’economia della zona, e di quali cose avesse bisogno.

Earl si specializzò nella creazione dell’inusuale, di quei piccoli dettagli che contribuiscono a fare la veridicità di un film e a cui raramente si pensa, e che nell’ambiente sono chiamati “props”. Hays si occupava principalmente di oggetti stampati e una delle sue prime creazioni fu un giornale realizzato con i caratteri, la carta e l’impaginazione tipica di un giornale dell’800. Da allora l’azienda ha accumulato un archivio di centinaia di migliaia di oggetti stampati.

I giornali continuano ovviamente a farla da padrone, anche in epoca di serie TV: se vi dovesse capitare di vedere, come è successo negli ultimi anni, di vedere la stessa copia di giornale nelle mani delle “Desperate Housewives”, o dei protagoniti di “Modern Family” non si tratta di nessun complotto. Semplicemente, i produttori si sono riforniti presso i ricchissimi archivi della Earl Hays Press.

Fra gli oggetti stampati dalla ormai grandissima tipografia californiana, trasferitasi ora nella Sun Valley, ci sono anche centinaia di altri oggetti: i tesserini di riconoscimento di CIA e FBI, le targhe delle automobili, le confezioni di cereali per la prima colazione, i sacchetti di patatine, le bottiglie di latte o di succo di arancia che gli adolescenti americani continuano a bere dal frigorifero…

Il segreto del successo di questo particolare tipo di prodotti tipografici sta nei diritti: non tutte le aziende sono favorevoli al fatto che i loro prodotti compaiano sul grande schermo associati a storie che non condividono, i grandi giornali non vogliono che compaiano in scena copie diverse da quelle effettivamente andate in edicola nel periodo di cui si parla nel fim…

Quando si ha a che fare con i soldi, poi, tutto diventa ancora più complicato e il compito della Earl Hays Press è quello di viaggiare sul filo fra la verosimiglianza voluta dai registi e dagli scenografi e le leggi che proibiscono la riproduzione fedele delle banconote. Cosa che non interessava, per esempio, i già citati protagonisti de “La banda degli onesti”, cui magari dedicheremo uno dei prossimi post di questa sezione.

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