Saul Steinberg

Grafici Ritratti – Saul Steinberg e il New Yorker.

Saul Steinberg è stato uno dei più grandi illustratori di inizio secolo, che ha saputo creare uno stile con la satira sottile del suo segno grafico.

Saul Steinberg: dalla piccola Milano alla Grande Mela.
Di origini ebree, nato nel 1914 in Romania, Steinberg si trasferì poco più che ventenne a Milano per completare gli studi in architettura. E’ proprio in questa città che cominciò a pubblicare le sue prime vignette satiriche sul Bertoldo, una rivista di satira politica pubblicata da Rizzoli e diretta da Cesare Zavattini. A causa delle leggi razziali varate da Mussolini, dovette però tornare in America (dopo essere stato incarcerato a San Vittore) dove cominciò una lunga e duratura collaborazione con la rivista New Yorker, per la quale disegnò soprattutto vignette mute che intervallavano gli articoli e le copertine. Alcune passate letteralmente alla storia.

Saul Steinberg: il dominio della linea, la rappresentazione delle maschere.
La capacità di trasmettere un’idea ricorrendo alle più basilari delle forme è stata una delle caratteristiche fondamentali del percorso artistico di Saul Steinberg. L’autore stesso amava parlare di sé definendosi “Sono una mano che disegna e basta”. Una manualità che si esprimeva non soltanto nella realizzazione di linee pulite fatte a pennino ma anche nel tratteggio in bianco e nero, nell’uso funzionale dei baloon, dei segni ortografici e di tutti i decori tipografici. Saul Steinberg amava l’ironia e utilizzava differenti stili artistici all’interno della stessa illustrazione, disegnava maschere non personaggi rifiniti nei piccoli particolari, ma figure archetipe nelle quali fosse possibile riconoscersi.

Saul Steinberg e il New Yorker: un amore lungo una vita.
Ben 60 anni di onorato servizio, per 642 illustrazioni e 85 copertine: sono questi i numeri che legano la carriera di Saul Steinnberg  nota rivista New Yorker. Tra le sue copertine più famose ne citiamo due, che ci sembrano particolarmente rappresentative e che potete vedere nella gallery sottostante. La prima, intitolata “The Family” il pennino magico di Steinberg riuscì a rappresentare ogni componente della famiglia con un tratto e uno stile diverso, per raccontarne l’unicità del carattere. La seconda, uscita nel marzo del 1976, rappresenta il mondo visto da un Newyorkese: dopo la nona, la decima e il fiume Hudson tutto risulta un mondo indefinito. Il tutto per ironizzare sull’ignoranza geografica degli americani e sul Manhattan Centrismo. Cioè l’idea che New York fosse il centro del mondo.

Saul Steinberg: un’eredità che lascia il segno.
Scomparso a New York nel 1999, Saul Steinberg fu di ispirazione per tantissimi disegnatori e vignettisti che lo presero a esempio. Uno stile così particolare e riconoscibile che fece certamente scuola. Possiamo trovare tracce della sua influenza nelle illustrazioni satiriche del grande cartoonist argentino Quino. Ma anche nel lavoro dell’illustratore Serge Bloch (che definisce il suo operato «un buon lavoro d’arte modesta»), che gioca spesso con linee, bianco e nero e l’utilizzo di foto. Anche Guido Scarabotottolo e Tullio Pericoli, illustratori di casa nostra, citano spesso Steinberg, sia nell’uso della linea, sia nella realizzazione di paesaggi metafisici.
Ma anche gli “anonimi” disegnatori delle barzelletta della nostra Settimana Enigmistica, si rifanno allo stile usato nel New Yorker. Segno che la capacità di sintesi dell’ironia, non passa mai di moda.

Circa il disegno, in un’intervista di Sergio Zavoli, Steinberg affermò:
“Il disegno come esperienza e occupazione letteraria mi libera dal bisogno di parlare e di scrivere. Lo scrivere è un mestiere talmente orribile, talmente difficile… Anche la pittura e la scultura sono altrettanto difficili e complicate e per me sarebbero una perdita di tempo. C’è nella pittura e nella scultura un compiacimento, un narcisismo, un modo di perdere tempo attraverso un piacere che evita la vera essenza delle cose, l’idea pura; mentre il disegno è la più rigorosa, la meno narcisistica delle espressioni”

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