uovo oro

UN UOVO D’ORO FATTO A MATITA.

Una chiacchierata con Giuseppe “Bob” Liuzzo sul progetto di packaging per “L’Uovo d’Oro”, e sulla funzione ctrl-z.

Lo scorso weekend, il progetto di packaging creato da Giuseppe Liuzzo per la linea premium dei produttori di uova bio “L’uovo d’oro” ha ricevuto la menzione speciale al premio One More Pack. “È stata una piacevole sorpresa” ci ha dichiarato Giuseppe Liuzzo “arrivata a meno di una settimana dalla notizia che lo stesso progetto è stato segnalato dal sito internazionale World packaging Design”.

Un progetto cui Giuseppe tiene molto, e che ha seguito fin dagli inizi: “Mi sono occupato di questo brand fin dalla sua nascita. Si tratta di un’azienda della provincia di Salerno che produce uova biologiche, in un terreno di sei ettari con un grande uliveto dove le galline possono veramente razzolare in completa libertà”. Per sottolineare il concetto di eccellenza, l’azienda ha appoggiato la scelta di Liuzzo di scostarsi completamente dai canoni della comunicazione bio: “Il linguaggio cromatico è stato fin da subito il cuore della comunicazione visuale per questo prodotto. Niente verde, niente giallo, nessun colore anche lontanamente ispirato ai concetti bucolici di campagna o di natura.”

Per un’azienda bio questi concetti dovrebbero essere un pre-requisito, fra l’altro: così l’uovo d’oro è diventato, appunto, d’oro: “Abbiamo scelto quindi di insistere sui colori oro/nero tipici della gioielleria, così da aggiungere valore al brand name, utilizzando l’uovo d’oro del nome anche come elemento grafico per disegnare la gallina.”  L’idea di creare un packaging così differenziante rispetto alla media dei produttori di uova, alimento fino a poco tempo fa vissuto come poco più di una commodity in cucina, si è ulteriormente evoluta quando l’azienda ha deciso di sponsorizzare la Gambero Rosso Academy.

“Il progetto che tanto sta facendo parlare in questi nasce proprio in quella occasione: il desiderio era di realizzare un packaging per la linea premium, da inviare a che a foodblogger particolarmente interessanti, che evidenziasse con il famoso effetto wow la qualità delle uova selezionate. Così abbiamo stampato anche all’interno con un Pantone oro che rende spettacolare l’apertura della confezione con un effetto scenico importante.” 

Nato e cresciuto a Catania, Giuseppe Liuzzo ha studiato Graphic Design a Roma e New York e ora, oltre che lavorare su progetti di grafica e comunicazione, insegna Graphic Design allo IED di Milano, dove è anche coordinatore del corso internazionale. “I ragazzi con cui ho a che fare ogni giorno a scuola arrivano credendo che tutto si possa risolvere usando bene il computer, ma io ritengo che tutto debba nascere ancora dalla carta e dalla matita, strumenti che ti costringono a ragionare in modo concreto e che, grazie al tratto della grafite sul foglio, lasciano comunque tracce del processo creativo anche dopo la cancellazione. E questo aiuta a stabilire percorsi, a ritornare sui propri passi per ritrovare idee magari erroneamente credute sbagliate in un primo tempo. Cosa che con il computer non succede.”

A questa frase abbiamo avuto la malaugurata idea di obiettare accennando all’esistenza dell’opzione ctrl-z, che ha provocato in Giuseppe Liuzzo un lampo maligno negli occhi: “Ecco, io vorrei che fosse creato un software che inibisce l’uso della funzione ctrl-z nei primi anni delle scuole del design. Troppo comodo tornare sui propri passi senza aver prima ragionato sulle conseguenze di una cancellazione. Il graphic design è soprattutto progetto, e il progetto nasce molto prima che la mano inizi a stringere il mouse.”

Insomma, abbiamo incontrato un altro personaggio che ama la carta come noi, e  che ci ha raccontato un suo progetto davvero interessante: se anche voi avete un progetto grafico da sottoporci e che volete vedere raccontato, mettevi in contatto con la nostra redazione scrivendo un MP sulla nostra pagina Facebook o su Instagram. Vi ricontatteremo e parleremo anche di voi e del vostro lavoro. Perché il nostro è anche mettere in evidenza la creatività dei designer e delle aziende con cui lavorano, e non soltanto con garanzie, servizi, assistenza e prodotti di alta qualità. 

 

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