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Grafici Ritratti – Albe Steiner: il rosso, il nero e l’impegno.

La nostra galleria di ritratti dei giganti della grafica che hanno segnato l’evoluzione del design nel nostro paese prosegue oggi con Albe Steiner.

Un uomo in cui impegno politico e talento artistico hanno saputo creare progetti editoriali, marchi aziendali e progetti di comunicazione dalla forte personalità e di un’attualità ancora viva e capace di emozionare.
Albe Steiner: l’impegno nel DNA, il talento della matita.
Nipote di Giacomo Matteotti, seguace del Bauhaus nato appena sette anni dopo di lui nel 1919, Alberto Massimo Alessandro Steiner è fra gli antesignani della grafica in Italia. I suoi primi lavori risalgono al 1933. Nel 1928 sposa Lica, la sua compagna di sempre, e insieme aprono lo studio LAS (Lica e Albe Steiner) iniziando a collaborare con lo studio Boggeri, dove incontra Max Huber. La seconda guerra mondiale lo vede partigiano sui monti della Val d’Ossola. E alla fine del conflitto riprende la sua attività che proseguirà su diversi fronti, e con grande successo, fino alla sua scomparsa precoce nel 1974.

Albe Steiner: una dichiarazione di intenti postuma.
Nel suo libro postumo “Il Mestiere di grafico”, edito da Einaudi nel 1978, Albe Steiner firma quello che è stato il manifesto che ha sempre guidato ogni sua attività creativa con alcune righe che ne riassumono tutta la personalità: “Il mio primo compito è capire i pregi, le qualità del prodotto, conoscere l’impegno di chi lo produce, del tecnico che lo concepisce e lo elabora, dell’operaio che lo lavora. La mia opera va nel senso stesso della produzione, non verso la speculazione ma verso la fruizione, l’uso corrente di quello che è un nostro diritto nella civiltà industriale… Se il prodotto non corrisponde a certe regole o a certe intenzioni, il disegnatore deve rifiutarsi di collaborare, per non essere correo di una truffa nei confronti della società e dei consumatori… Il consumatore viene prima del prodotto, quindi la grafica deve essere al servizio del pubblico e spingere solo quei prodotti che sono utili anche al consumatore.”

Albe Steiner: gli impegni editoriali.
Chiamato da Elio Vittorini a progettare la rivista Il Politecnico, punto di riferimento per tutta la cultura progettuale alle radici dell’Italia del dopoguerra, Steiner seguirà anche altri progetti editoriali in cui crede fermamente: la rivista Domus, le collane di Einaudi “Biblioteca Politecnico”, “I Gettoni”, “Collezione di teatro” fino alle consulenze editoriali decennali per Feltrinelli e Zanichelli

Albe Steiner: il significato dietro l’immagine aziendale.
Fra i lavori di comunicazione visuale realizzati per le imprese nel dopoguerra (Agfa e Superga fra gli altri) quello che più lo rappresenta è il logo ideato per COOP nel 1963. Ispirandosi all’alfabeto universale di Herbert Bayer del gruppo Bauhaus. Steiner disegnò “un’ immagine ottimista, un legame tra quattro lettere, una cooperazione tra caratteri…”. Un segno di tale efficacia che resiste ancora oggi. Con un leggero restyling realizzato dal suo amico Max Huber che, per farlo, chiese permesso alla vedova Lica.

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